lunedì 6 dicembre 2010

ora lunga: gli svantaggi prevalgono

A più di tre mesi dall'inizio di questa novità diventa possibile un più meditato bilancio sulle ore non riducibili, le ore lunghe.
Il buon senso dovrebbe guidare il giudizio: se da un lato appaiono eccessive le riduzioni senza recupero a soli 45 minuti, dall'altro 60 minuti interi comportano un allungamento davvero pesante, che si sente soprattutto nelle ultime ore della mattinata.

Ad esempio la quinta ora sembra non passare mai: uno guarda l'orologio, mancano 5 minuti all'una, interrogare ha già interrogato, spiegare ha già spiegato, che fare? Certo, si può sempre spiegare altre cose, ma alla fine il programma deve essere sopportabile per gli studenti, che non lo reggono oltre una certa ampiezza, se vogliamo essere realisti.

Alcune materie, quelle che comportano esercizi alla lavagna, per esempio, come matematica, possono reggere meglio, così come possono reggere materie che implichino un abbondante uso dei testi, da leggere e commentare, come italiano, latino, lingue. Ma materie che consistono essenzialmente di lezioni frontali hanno oggettive difficoltà a riempire i nuovi spazi.

Altra considerazione è che questo assetto nasce da giudizi sbagliati: a) che nella scuola non si lavori abbastanza, b) che il lavoro scolastico consista essenzialmente nella trasmissione - quantificabile - di nozioni.
Io non so se in qualche scuola o classe non si lavori abbastanza: è plausibile; ma la soluzione non può essere di costringere studenti e docenti a stare mezz'ora in più in classe. Ciò non assicura un miglioramento della qualità dell'offerta didattica, che non è meccanicamente quantificabile.

Ci sentiamo perciò di riproporre la petizione contro l'ora pesante.